Fondo Arturo Lazzari
Arturo Lazzari (Cremona 1924 – Milano 1975) militante comunista, giornalista e critico teatrale.

Il fondo è costituito dalla biblioteca privata di Arturo Lazzari, nato a Cremona e laureato in filosofia si trasferì a Milano dove, dopo la Liberazione entrò a far parte della redazione del «Calendario del popolo» di cui giunse ad essere vicedirettore prima di lasciarlo, negli anni ’60.  Nel 1950 aveva cominciato a collaboraborare con «L’Unità» con interventi di carattere letterario e teatrale e poi come redattore della pagina degli spettacoli e infine come critico teatrale.  Fu anche molto vicino fin dalla nascita alle esperienze innovative del Piccolo Teatro di Milano, interesse che condivideva con la compagna, Nina Vinchi, e con l’amico Paolo Grassi.
Il fondo Lazzari è costituito da circa 6.000 volumi e da diverse centinaia di fascicoli di riviste nazionali e internazionali, oltre ad un piccolo nucleo di manoscritti e dattiloscritti derivati dalle sue attività, in massima parte dedicati agli oggetti del suo interesse prevalente: il teatro, in tutte le sue multiformi fenomenologie.  Al momento della scomparsa di Antonio Lazzari il materiale venne donato agli Enti locali cremonesi da Nina Vinchi, con il vincolo di trovare loro posto in una apposita sala.  Il progetto venne soltanto in parte compiuto, con la creazione, presso la Biblioteca Statale di Cremona di una sala dedicata al donatore, ma i volumi non sono mai stati messi a disposizione del pubblico, pur essendo stati a suo tempo schedati informalmente.  I volumi contengono materiali drammaturgici e saggistici inerenti la storia e l’attualità delle arti sceniche e coprono tutto il panorama cronologico e geografico, dall’antichità classica alle esperienze delle avanguardie teatrali e culturali degli ultimi anni di vita del donatore, dall’Europa all’Estremo Oriente, documentando con estrema precisione e completezza tutto quanto si poteva reperire nel mercato editoriale non solo nazionale.  Particolare interesse rivestono i materiali dedicati a due aspetti specifici: l’opera di Bertolt Brecht ed il teatro russo sovietico.  La curiosità e la cultura del donatore sono testimoniate dal fatto che i testi sono spesso in lingua originale, il che attribuisce particolare valore alla raccolta, soprattutto per quanto riguarda il teatro russo, con opere pressoché introvabili altrove.
Al momento della donazione era stato predisposto un inventario sommario di consegna, restituito poi alla donatrice, e venne avviata una schedatura che pur essendo stata completata in forma manoscritta non venne mai perfezionata con gli altri adempimenti formali necessari per l’inserimento dei materiali nel patrimonio della Biblioteca e per la messa disposizione dei lettori.

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