Fondo Illemo Camelli
Illemo Camelli (Cremona 1876 – 1939), sacerdote, pittore e studioso d’arte.

Il fondo è costituito dalla biblioteca personale del Camelli, donata al Museo civico di Cremona e conservata dal 1947 nella Biblioteca statale.
Utile strumento di corredo è l’inventario manoscritto; in esso sono registrati 2.130 titoli, descritti sommariamente, ma il fondo appare ben più consistente, in quanto in numerosi casi (ad esempio collane e opere in più volumi) è stato assegnato lo stesso numero a unità diverse. Solamente per i numeri di collocazione 1-1.435, presumibilmente ingressati alla data del 30 novembre 1955, come indica una nota nella finca “Annotazioni e variazioni", viene indicata anche una numerazione d’inventario parziale, cioè per singolo pezzo, che si arresta al numero 2.168.
Il fondo è composto da volumi, periodici e opuscoli di vario argomento (letteratura italiana e straniera, arte antica e contemporanea, storia, religione e politica) attestanti i diversi interessi di Camelli che, divenuto sacerdote nel 1905 dopo una breve ma intensa adesione al socialismo, fu grafico, pittore e studioso d’arte, dedito in particolare ai problemi artistici e architettonici cremonesi (fu direttore del Museo civico dal 1928 al 1939).  Il materiale del fondo è edito in varie lingue, anche se per la maggior parte in italiano, e cronologicamente si colloca in prevalenza tra l’Ottocento e il 1939.  Vi sono comunque anche opere del Settecento e del Seicento, oltre ad alcune cinquecentine (ad esempio un’edizione veneziana del 1558 dell’Orlando Furioso; il pezzo più antico è l’Elucidatio fabricae ususque astrolabii di Johann Stoeffer, stampato nel 1524).  Presenti alcune opere significative per la storia locale, quali gli Statuta civitatis Cremonae, editi da Vincenzo Conti nel 1578 e Il collegio dei dottori della città di Cremona di Giuseppe Bresciani (Cremona, Puerone, 1652).  Tra le riviste è da segnalare la collezione di «Emporium», per la quale Camelli fu corrispondente per le vicende artistiche cremonesi degli anni venti.  Diversi i volumi dedicati alla pittura giapponese, alla quale Camelli si interessò, unico a Cremona e tra i pochi nell’Italia degli anni trenta.
Il fondo è catalogato e le schede sono inserite nei cataloghi per autore e per soggetto della biblioteca.

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