Archivio fotografico Giovanni Negri
Giovanni Negri (Cremona, 1893-1969), fotografo.

Giovanni Negri iniziò giovanissimo l’attività di fotografo come apprendista presso gli studi di Bertani e Boni, e quindi si perfezionò nella tecnica del ritocco a Napoli, durante il servizio militare.  Tornato a Cremona aprì a sua volta uno studio con Ruffini, dal quale si separò nel 1923, rilevando poi lo studio di Aurelio Betri (via Cesare Battisti), dove lavorò fino alla morte.
L’archivio delle lastre e pellicole è costituito da 3.260 lastre negative in vetro alla gelatina di bromuro d’argento e da alcune migliaia di pellicole che riproducono delle foto-tessere.  Esso è provvisoriamente suddiviso in quattro classi secondo il formato (cm 6×9, 10×15, 13×18, 18×24), ed è sommariamente inventariato.
L’Archivio fotografico è composto da immagini che si possono suddividere secondo alcune categorie di soggetti:
1) edifici pubblici: opere realizzate durante il fascismo e nel dopoguerra (palazzo della Stipel, cinema Enic Littorio, Palazzo dell’arte, Galleria XXIII marzo, Opera nazionale del dopolavoro, ecc.);
2) edifici commerciali sorti negli anni sessanta (Grandi magazzini UPIM e Fulmine, hall di alberghi, banche, collegi, laboratori scolastici);
3) mostra della solidarietà italo-germanica, in 58 lastre databili al 1943-1944.  Si tratta della documentazione fotografica completa di una mostra ospitata a scopo di propaganda bellica nei locali della organizzazione Todt per il reclutamento. Le fotografie riproducono grandi cartelli e altre composizioni figurative e dipinti con scene filogermaniche;
4) chiese e palazzi; interni ed esterni con particolari dell’arredo e della decorazione;
5) industrie locali (Anelli pianoforti, Oleificio Zucchi, Consorzio agrario, Miglioli, PLAC, LARC, Coggi);
6) macchine utensili, macchine agricole, rimorchi, macchinari industriali;
7) quadri di pittori locali, sculture, affreschi di chiese, codici miniati, carte geografiche, ecc.;
8) arredi vari (per ospedali, uffici, ecc.; manufatti come lampadari, cornici, bambole, apparecchi televisivi e radiofonici);
10) vetrine con le insegne della settimana autarchica del febbraio 1939;
11) 17 lastre sul bombardamento del 10 luglio 1944.
Non è ancora possibile consultare il fondo in modo completo, in quanto non sono ancora state predisposte le stampe dei negativi e le opportune operazioni catalografiche.
Bibliografia: Giovanna Ginex, L’archivio del fotografo Giovanni Negri, in «Storia in Lombardia», 1 (1984), n. 3, pp. 198-200.

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