1. L’eredità italiana nella Repubblica Dominicana

1. L’eredità italiana nella Repubblica Dominicana

L’eredità italiana nella Repubblica Dominicana. Storia, Architettura, Economia e Società, a cura di Andrea Canepari, 536 pp., 336 illustrazioni, Allemandi, Torino 2021

Gli italiani in Santo Domingo

Questo libro è un modello di come l’amicizia di due popoli possa rinforzarsi e ravvivarsi molto semplicemente: con la conoscenza. Uno dei maggiori esiti di una lungimirante attività diplomatica.

Nella storia della Repubblica Dominicana la presenza italiana ha radici antiche e ramificate. Sin dalla «scoperta» dell’isola, con lo sbarco di Cristoforo Colombo nella prima colonia spagnola del Nuovo Mondo, personalità e famiglie italiane, o di origine italiana, hanno svolto un ruolo di spicco nella costruzione stessa dell’identità nazionale, permeando con il loro operato ogni aspetto della vita sociale, culturale, artistica, politica, religiosa ed economica del Paese. Dal primo Vescovo residente delle Americhe, l’umbro Alessandro Geraldini, giunto a Santo Domingo nel 1519, dove promosse la costruzione della Cattedrale, all’ingegnere militare Giovanni Battista Antonelli, artefice delle fortificazioni della città; dai marinai e armatori genovesi Giovanni Battista Cambiaso (futuro primo ammiraglio della Repubblica Dominicana, fondatore della sua Marina Militare ed eroe nazionale) e Giovanni Battista Maggiolo, protagonisti a fianco dei dominicani delle lotte d’indipendenza nel XIX secolo, ai Presidenti della Repubblica Francisco Gregorio Billini e Juan Bautista Vicini Burgos, discendenti di italiani; da Guido D’Alessandro Lombardi, progettista del Palazzo presidenziale, al versatile scienziato marchigiano Raffaele Ciferri, direttore di una pionieristica Stazione agronomica e autore della prima Carta geobotanica dell’isola; dalla dinastia di imprenditori Pellerano, il cui capostipite fondò nel 1899 il diffusissimo quotidiano «Listín Diario», ai Vicini, Rainieri e Marranzini, famiglie depositarie di imperi economici in svariati campi, dall’editoria alle telecomunicazioni al turismo all’industria alimentare. Anche il cinema deve molto all’Italia, non solo per le molte produzioni che hanno scelto di ambientare nel Paese caraibico le proprie storie, ma perché fu proprio un italiano, Francesco Grecco, a far conoscere nel 1900 ai dominicani l’invenzione dei fratelli Lumière.

Eppure, come ricordava Marcio Veloz Maggiolo (1936-2021), il grande intellettuale dominicano, lui stesso con ascendenze liguri, scomparso proprio pochi giorni prima che questo lavoro andasse in stampa, mancava finora una ricerca di ampio respiro sulla presenza italiana nella vita dominicana. È quanto si propone il presente volume, a cura dell’Ambasciatore d’Italia nella Repubblica Dominicana Andrea Canepari, che riunisce i contributi di 45 studiosi dominicani e italiani, spaziando dalla ricostruzione dei flussi migratori italiani a Santo Domingo, sulla base di approfondite ricerche d’archivio, alla storia delle relazioni diplomatiche fra i due Paesi, gettando luce anche su episodi e personalità poco note al lettore italiano; dall’influsso di musicisti, artisti, letterati e giuristi italiani sulla cultura dominicana, alla formazione di architetti, designer e restauratori dominicani negli atenei italiani, dall’apporto dell’industria italiana all’economia dell’isola alle prospettive per il futuro, in uno scambio di idee, saperi, competenze e risorse che prosegue da oltre cinque secoli.

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